Si avvicina la prova costume, state per lanciarvi in una dieta dell’ultima ora e vi chiedete: sarà davvero necessario rinunciare anche a un bicchiere di vino?
A questa domanda cerca di dare risposta anche il Parlamento Europeo che con indefessa smania legiferatrice sta lavorando a un disegno di legge per imporre l’indicazione del contenuto calorico del vino in etichetta, così da favorire un consumo più consapevole anche sotto questo aspetto.
In attesa di sapere se, come e quando dovrà essere fornita questa indicazione, vediamo in che modo, già oggi, ci possiamo orientare per capire quante calorie ci sono dentro al nostro bicchiere di vino.
Che relazione c’è tra grado alcolico e contenuto calorico?
L’uva con cui è prodotto il vino contiene zuccheri, che, durante la fermentazione, si trasformano in alcool alimentare (alcol etilico o etanolo) , quindi la prima equazione è intuitiva:
+ zuccheri = + alcool
Siccome il contenuto calorico dello zucchero è significativo e non và disperso nell atrasformazione in alcool, ne segue che:
+ alcool = + calorie
Pertanto ecco il primo indizio: osservate sull’etichetta il grado alcolico della vostra bottiglia: tanto più è alto, tanto maggiore sarà l’apporto calorico.
Ma se volessimo un dato più preciso? Allora bisognerà fare qualche calcolo.
Supponiamo di voler calcolare il contenuto calorico di un bicchiere del nostro Gavi DOCG e della nostra Barbera d’Asti DOCG. I dati che ci servono sono i seguenti:
- Quanto alcool contiene il vino? Il tasso alcolometrico indicato in etichetta esprime in percentuale la quantità di alcool sul volume complessivo. Ad esempio, per il Gavi DOCG, l’indicazione 12,5% vol. significa che in 100 ml di vino ci sono 12,5 ml alcool, mentre nel caso della Barbera d’Asti a 13 gradi, in 100 ml di vino troviamo 13 ml di alcool.
- Quante calorie contiene l’alcool? 7 calorie per grammo
- Qual’è il peso specifico dell’alcool? 0,79 kg/l
- Quanto vino c’è nel bicchiere? Questo dato è variabile sia in funzione della capacità del bicchiere che del livello sino al quale è riempito. In genere, in un bar o al ristorante, vi serviranno circa 80-100 ml di prosecco, spumante o champagne, 100 -120 ml di vino bianco e 125-150 ml di vino rosso (i bicchieri per i bianchi e, ancor più, le flûte sono meno capienti dei calici per il vino rosso che sono solitamtente piuttosto grandi e se non li si riempie per almeno 1/3 sfigurano). Ipotizziamo quindi 100 ml per il Gavi DOCG e 150 per la Barbera d’Asti.
E infine, qual’è formula per calcolare l’apporto energetico dei nostri vini?
calorie = quantità di alcool x peso specifico x valore energetico dell’alcool
Che nel caso del Gavi DOCG significa: (12,5/100 x 100 ml) x 0,79 gr/ml x 7 cal/gr= 69,5 cal
e nel caso della Barbera d’Asti: (13/100 x 150 ml) x 0,79 gr/ml x 7 cal/gr= 108 cal
Ma è tutto qui, oppure dobbiamo tenere conto anche di altri fattori?
Davvero lo zucchero può incidere sulle calorie complessive?
Lo abbiamo già detto all’inizio: + zucchero = + calorie e, prima della fermentazione, di zucchero ce n’è davvero parecchio se si considera che nel succo d’uva la quantità è compresa tra 150-250 g/kg.
Tuttavia, dopo la fermentazione, la quantità di zucchero residuo in un vino secco è del tutto trascurabile (meno di 4 grammi per litro) per cui lo è anche il suo apporto energetico.
Così se, ad esempio, riconsideriamo il nostro Gavi o la nostra Barbera d’Asti, riscontriamo una quantità di zuccheri totali (fruttosio + saccarosio + glucosio) residui davvero minima: rispettivamente di 2 g/l e 3 g/l.
A questo punto il calcolo è semplice: basta infatti moltiplicare l’apporto calorico di un grammo di zucchero, che è di 3,92 calorie, per la quantità di zucchero residuo presente nel di vino e rapportarlo alla quantità di vino contenuta nel bicchiere. Quindi, ad esempio, le calorie derivanti dallo zucchero presente nel bicchiere contenente 100 ml di Gavi DOCG, sono: 3,2 cal/g x 2 g/l x 0,1 l = 0,44 cal … praticamente niente.
Il discorso è diverso nel caso di un vino dolce che deve avere un quantitativo minimo di zucchero di 45 grammi per litro. Ad esempio, se consideriamo una coppa di Piemonte Moscato DOC, con residuo zuccherino di 125 g/l, dovremo aggiungere alle calorie derivanti dalla componente alcoolica, in questo caso sensibilmente bassa ( 5,5% vol.), per cui potrebbero sembrarci poche:
(5,5/100 x 100 ml) x 0,79 gr/ml x 7 cal/gr =
31 cal dovute alla componente alcoolica
quelle apportate dal residuo zuccherino, che sono di più:
3,2 cal/g x 125 g/l x 0,1 l =
40 cal dovute al residuo zuccherino
Totale: 72 cal. per 100 ml di vino.
Tutto considerato, più che il calcolo, per il consumatore, può risultare difficile conoscere questa quantità di zucchero presente nel vino, considerato che non è obbligatorio indicarla in etichetta.
Infatti, solo per i vini spumanti (sovrapressione a 20°C non inferiore ai 3 bar) la normativa prevede che sia riportata sempre l’indicazione del tenore di zucchero così espressa:
brut nature | Se il tenore di zucchero è inferiore a 3 g/l |
extra brut | Se il tenore di zucchero è compreso tra 0 e 6 g/l |
brut | Se il tenore di zucchero è inferiore a 12 g/l |
extra dry | Se il tenore di zucchero è compreso tra 12 e 17 g/l |
sec | Se il tenore di zucchero è compreso tra 17 e 32 g/l |
demi-sec | Se il tenore di zucchero è compreso tra 32 e 50 g/l |
doux | Se il tenore di zucchero è superiore a 50 g/l |
Per tutti gli altri vini non è obbligatorio dichiarare il contenuto in zuccheri non fermentati, ma chi lo fa (e in realtà non è infrequente trovarne esplicita indicazione, magari nella contro etichetta) allora deve attenersi a queste indicazioni:
secco | Se il tenore di zucchero non è superiore a 4 g/l |
abboccato | Se il tenore di zucchero è superiore al limite massimo sopra fissato ma non supera 12 g/l |
amabile | Se il tenore di zucchero è superiore al limite massimo sopra fissato ma non supera 45 g/l. |
dolce | Se il tenore di zucchero è almeno pari a 45 g/l |
In realtà nel 2012, il DM del 13 agosto, ha stabilito anche le indicazioni che possono essere utilizzate per i vini liquorosi (con titolo alcolometrico effettivo non inferiore a 15% vol. e non
superiore a 22% vol.):
secco | Fino a 40 g/l |
semisecco o amabile | Da 40 a 100 g/l |
dolce | Superiore a 100 g/l |
e per quelli frizzanti (vini con titolo alcolometrico effettivo non inferiore a 7% vol. e che
presentano una sovrapressione non inferiore ad 1 e non superiore a 2,5 bar):
secco | Da 0 a 15 g/l |
semisecco o abboccato | Da 12 a 35 g/l |
amabile | Da 30 a 50 g/l |
dolce | Superiore a 45 g/l |
Crediamo di avervi detto tutto il necessario quindi proviamo a riassumere.
Quanto incide il consumo di vino sul nostro fabbisogno energetico giornaliero?
Un consumo assennato di vino può incidere per circa il 7-12% del nostro “budget” calorico
Per calcolarlo abbiamo considerato un paio di bicchieri a media gradazione alcolica e li abbiamo rapportati al fabbisogno giornaliero “standard” di un adulto che è poco al di sopra di 2000 calorie … anche se si sa che questo valore può variare in funzione del sesso della corporatura e dello stile di vita e può essere inferiore in un periodo in cui siamo sottoposti a un regime alimentare restrittivo (come nel caso di una dieta), si tratta in fin dei conti una percentuale davvero modesta.
Il vino è più o meno calorico delle altre bevande?
Sia all’aperitivo che a tavola bere un bicchiere di vino comporta una minore assunzione di calorie rispetto al consumo di altre bevande alcoliche o dolcificate.
Il contenuto energetico è molto inferiore a quello di un qualsiasi superalcolico che potreste ordinare per aperitivo ma è anche complessivamente inferiore a quello di una lattina di una qualsiasi bibita gassata dolcificata (come la Coca Cola), di una birra, di un the freddo o di un succo di frutta industriale perché, sebbene il valore energetico di queste bevande per 100 ml sia inferiore, la quantità che se ne consuma è generalmente almeno doppia o tripla.
Il contenuto calorico del vino varia significativamente tra le diverse tipologie?
La differenza di contenuto energetico tra i diversi tipi di vino non è abbastanza significativa per poter ragionevolmente influenzare la vostra scelta
Non vorrete davvero scegliere il vino da portare a tavola in funzione di un eventuale risparmio di poche decine di calorie? Piuttosto rinunciatevi per uno o due giorni ma poi concedetevi il lusso di assaporare con serenità il vostro vino preferito, quello più adatto ai vostri piatti, alla situazione o magari solo al vostro umore .
Il vino, più di altre sostanze alcoliche, è parte della nostra cultura da tempo immemore, accompagna il rito dello stare a tavola e sottolinea le nostre celebrazioni: un brindisi si unisce sempre ad un augurio, un riconoscimento, un festeggiamento. Il contesto nel quale avviene il consumo è molto importante e può influire sugli effetti che ne conseguono: insomma beviamo vino moderatamente, responsabilmente e serenamente. Salute !! :-)
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