Avete preso in considerazione le diverse tipologie di tappo (sughero, sintetico, a vite, a corona) e avete deciso che il tappo di sughero, con il suo fascino tradizionale, è quello che fa per voi e per il vostro vino che vi preparate ad imbottigliare?
Ecco allora qualche consiglio per l’acquisto dei tappi, la corretta tappatura e gli accorgimenti per evitare ogni sorta di guaio e, infine, qualche raccomandazione per conservare correttamente i tappi di sughero avanzati sino al prossimo utilizzo.
L’acquisto del tappo
Prima di acquistare i tappi occorre considerate i seguenti elementi:
- la tipologia di vino e le vostre abitudini di consumo: state imbottigliando un vino che si esprime al massimo molto giovane e pensate di consumarlo entro un anno, oppure è un vino che deve maturare un po’ e il vostro consumo non è molto forte per cui il le bottiglie dovranno riposare per due o tre anni? Nel secondo caso sarà bene che il tappo sia di ottima qualità, affinché non si deteriori lasciando entrare l’aria o trasmettendo cattivi odori al vino
- le caratteristiche della bottiglia (profilo, diametro del collo e spessore): verificate attentamente le dimensioni delle bottiglie che utilizzerete e non fidatevi solo delle indicazioni sulle confezioni dei tappi: anche bottiglie dello stesso modello (bordolese, emiliana, o altro) possono avere misure e spessori differenti da una vetreria all’altra
Ebbene, quale tappo scegliere?
I tappi di sughero naturale possono essere di diversi tipi: monopezzo, colmato, compensato, agglomerato, twintop, incapsulato (si legga l’approfondimento sui tipi di tappo). I tappi monopezzo sono i migliori, ma anche i più costosi, per cui sceglieteli se avete investito in un vino sfuso di pregio e disponete di un luogo idoneo alla conservare delle bottiglie dove lasciarlo maturare. In particolare, i tappi di sughero naturale monopezzo “superiori” si riconoscono dall’uniformità del sughero e dalla minima presenza di segni.
Se, invece, dovete imbottigliare un vino per il consumo quotidiano, magari di qualità ma di pronta beva, potete serenamente ripiegare sui tappi tecnici in agglomerato, ossia ottenuti da una miscela di granella di sughero e collanti.
Il problema principale con i turaccioli di sughero è il “difetto di tappo”. Purtroppo tale difetto non è un’eccezione rarissima (si stima che possano esserne affette sino al 12% delle bottiglie prodotte) e non è in alcun modo prevedibile o evitabile, ad esempio tenendo le bottiglie in piedi anziché coricate. Causa di tale difetto è la presenza di composti organici, già presenti nel sughero e derivanti da muffe o funghi sviluppati dalla pianta da cui il materiale è stato estratto: anche se il vino non è in diretto contatto con il tappo, l’odore lo contamina comunque.
Oggi alcune aziende hanno sviluppato dei sistemi di analisi che controllando tutti i tappi prodotti e riescono a individuare quelli difettosi. Altre aziende hanno messo a punto trattamenti specifici in grado di controllare la produzione di questo tipo di sostanze: è recente la notizia di un nuovo brevetto per la sanificazione del tappo in sughero che sarebbe in grado di abbattere significativamente la contaminazione da Tca (tricloroanisolo, la sostanza prodotta dal Armillaria mellea, il fungo parassita della quercia da sughero) ma l’obiettivo finale è l’annullamento del rischio. Naturalmente tali accorgimenti hanno un costo che va ad innalzare il prezzo di questa tipologia di tappi.
Per le misure del tappo considerate questi consigli:
- 4,5 centimetri di altezza sono sufficienti per un tempo di conservazione di un anno o poco più: quanto più a lungo il vino dovrà riposare in bottiglia, tanto più lungo dovrà essere il tappo. Attenzione: quando travasate il vino, per definire fino a quale livello riempire la bottiglia, considerate che introducendolo, il tappo si allungherà di circa mezzo centimetro per effetto della compressione esercitata dalle pareti
- scegliete un diametro di circa 3-4 mm in più del diametro interno del collo della bottiglia in modo da esercitare una pressione adeguata sulle pareti di vetro ma non rendere eccessivamente difficoltosa la tappatura. Se il vino è però frizzante, sarebbe meglio utilizzare un tappo un po’ più robusto, capace di resistere ad una pressione superiore che potrebbe anche farlo saltare.
E’ sempre consigliabile acquistare una quantità di tappi congrua con il numero di bottiglie che ci si accinge a riempire anche perché i tappi non dovrebbero essere conservati per più di sei mesi – un anno dalla data di produzione: di norma la troverete indicata sulla confezione o in alternativa troverete indicata direttamente la data entro cui utilizzarli. Tuttavia se non foste riusciti a consumarli tutti, di seguito troverete qualche consiglio per la corretta conservazione dei tappi.
Consigli per tappare e bottiglie di vino
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- Controllate attentamente che il collo della bottiglia sia asciutto: in effetti avrete già provveduto a fare asciugare bene le bottiglie prima di introdurvi il vino, ma è possibile che la bottiglia sia troppo piena o che durante il travaso un po’ di vino abbia inumidito le pareti di vetro oppure, ancora, che la differenza di temperatura tra il vetro e il vino abbia generato uno strato sottile di condensa. Questa umidità può compromettere l’elasticità e quindi la tenuta del tappo, fate attenzione.
- Manipolate i tappi il meno possibile onde evitare di contaminarli o di rovinare il sottilissimo rivestimento lubrificante che favorirà l’inserimento rapido e deciso del tappo.
- Spingete il tappo all’interno del collo sino a che non sarà sottomesso di circa un millimetro rispetto alla sommità della bottiglia
- Non riempite troppo le bottiglie: il livello massimo dipende dal tipo di bottiglia ma, come regola di generale, potete considerare di lasciare almeno 15 millimetri dal tappo alla superficie del vino. Considerate anche che con l’innalzamento della temperatura il vino aumenta un po’ di volume, quindi correggete di conseguenza il valore sopraindicato, che possiamo considerare valido per un range tra i 15° e i 20°. Infatti, nel caso di un repentino innalzamento della temperatura, un volume d’aria troppo piccolo potrebbe causare un pericoloso incremento della pressione interna
- Subito dopo avere tappato le bottiglie tenetele in piedi per un po’ di tempo. Il tappo impiegherà infatti un po’ di tempo a recuperare tutta l’elasticità e ad aderire perfettamente al collo della bottiglia. C’è chi dice che si possono coricare già dopo un’ora o due, noi ci sentiamo di consigliare di aspettare un giorno per essere certi di avere una tenuta impeccabile. (Naturalmente non è obbligatorio coricare le bottiglie se avete imbottigliato un vino beverino con l’idea di consumarlo tutto in pochi mesi, ma di questo si tratterà un’alta volta, in un post centrato sulla conservazione del vino).
Problemi che possono insorgere a causa di una cattiva tappatura
- Espulsione del tappo
Quando il tappo è troppo morbido, per un difetto del materiale o per un eccesso di umidità, può non esercitare un’adeguata pressione sulle pareti del collo della bottiglia e quindi venire espulso in parte o in tutto - Colatura del vino
Può accadere che il vino filtri tra il tappo e il vetro della bottiglia e coli all’esterno. Le ragioni possono essere diverse: un tappo troppo piccolo per il diametro della bottiglia o un disseccamento del tappo che ne determina una riduzione del volume. In entrambi i casi, il danno connesso alla fuoriuscita non è il solo: il vino non è più isolato dall’ossigeno e quindi possono quindi sviluppare le malattie del vino - Rottura del tappo durante la stappatura
E’ un problema non da poco perché rende molto difficile estrarre il tappo senza che piccoli frammenti cadano nel vino. La causa può essere connessa a una falla, una debolezza intrinseca del tappo, oppure alla conservazione in un ambiente troppo secco che rende asciutto e fragile il tappo. Talvolta può capitare che il tappo si rompa a causa di un utilizzo scorretto del cavatappi (inserimento scentrato o scarso affondamento) o da un utilizzo di un cavatappi inappropriato (con la vite troppo grande o troppo corta).
Come conservare i tappi di sughero
- Conservate i tappi in un luogo chiuso, pulito, asciutto e ben areato
- Mantenete le temperature entro i 20° e l’umidità relativa tra il 50 e il 7%. Nel caso in cui la temperatura sia scesa tra i 5 e i 15 gradi, prima di utilizzare il tappo attendere che si sia “acclimatato”
- Non conservarte i tappi vicino a sostanze che posano emanare odori penetranti (come vernice, benzina, detersivi a base di cloro,…)
- Mantenete i tappi al riparo dai raggi solari
Dal punto di vista pratico è tutto ma c’è ancora una cosa importante da sapere: come si smaltiscono i tappi di sughero?
Il sughero è un materiale 100% naturale e può essere gettato nella raccolta dei rifiuti organici. Tuttavia è anche un materiale nobile con ottime caratteristiche di isolamento acustico e termico che si presta perfettamente ad essere riciclato soprattutto nel settore calzaturiero (produzione di tacchi e solette) e della bioedilizia (realizzazione di pannelli fonoassorbenti e isolanti termici).
Ma i tappi ci offrono anche la possibilità di collaborare ad un progetto dell’associazione “Libera”, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti contro le mafie. Il progetto è molto bello e importante: il finanziamento di Cascina Graziella, una cascina a Moncalvo (AT) che i magistrati hanno sottratto alla mafia e data in gestione a Libera per ospitarvi un centro di accoglienza per donne in difficoltà. I tappi di sughero usati possono essere conferiti in oltre 30 centri, smistati grazie al lavoro dei carcerati del carcere di Bollate (MI) e quindi ceduti ad Amorin Cork, azienda leader nel mercato del sughero che così finanzia l’impresa.
L’utilizzo dell’immagine con i tappi di sughero e della sughera è stato gentilmente concesso da MAXCORK snc (maxcork@virgilio.it)
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